Tag Archivio per: vescio

In prossimità di Piazza Sant’Andrea, c’è un posto molto bello e caratteristico che i conflentesi ultimamente identificano come funtaneddra, ma che i più anziani preferiscono invece chiamare San Giuanni.

Vogliamo spiegarvene il motivo, perché in pochi sanno che, scendendo dal Piro verso a Chiazza, un centinaio di metri prima di arrivare, a fianco della fontanella, c’è ora una civile abitazione, a dire il vero molto bella e particolare, che un tempo era una chiesa e pure molto importante.

A ben guardare qualcosa si potrebbe intuire dall’enorme portale che dà sulla strada principale, ma essendo la chiesa stata sconsacrata molto tempo fa, non tutti ricordano e sono a conoscenza di questa storia.

La chiesa fu costruita la seconda metà del millecinquecento dai Vescio, una potente famiglia del tempo che da Martirano aveva deciso di spostarsi a Conflenti. Era la loro chiesa patronale ed era stata costruita insieme ai loro bellissimi palazzi a testimonianza della loro forza e ricchezza.  

Di questa chiesa parla il Vescovo di Martirano Michelangelo Veraldi in una relazione ‘ad limina del 1699 ed è importante sottolineare che, pur essendo la chiesa parrocchiale di Conflenti dedicata a Sant’ Andrea, la festa originaria del casale era proprio quella di San Giovanni, titolare della chiesa della famiglia Vescio.

Solo un p0′ di tempo dopo, e comunque anche per volere della potente famiglia, questa festa fu sostituita con quella della Madonna di Visora.

Da allora la chiesa di San Giovanni andò perdendo di importanza e la sua primitiva funzione, finendo gradualmente nell’abbandono del culto popolare.

Ad un certo punto venne sconsacrata diventando addirittura un negozio di pellami.

 

 Fonti storiche tratte dai libri dello studioso Vincenzo Villella

Storia di una delle famiglie più influenti di Conflenti.

Il casato più importante di Conflenti, soprattutto nei primi secoli, è stato quello dei Vescio.
La loro storia, fino alla fine del 1800 si identifica con la storia stessa del paese e del suo territorio.
I Vescio, che rivendicano origini normanne, agli allori erano di Martirano e si spostarono a Conflenti dopo la rivolta del 1512 contro il nuovo feudatario Andrea De Gennaro, inizialmente promossa e guidata proprio dai Vescio, che mal sopportavano di sottostare al nuovo signore.
Fu coi Vescio che Conflenti Sottani, da piccolo insediamento di pagliare, si trasformò in un vero e proprio casale.
La nuova ricca famiglia costruì il primo palazzo nobiliare sul costone più alto della Rupe che dominava i terreni del loro feudo: il Fiego; e subito dopo costruì anche il secondo palazzo, vicino al primo, insieme alla cappella di San Giovanni, di patronato laicale della famiglia.

 

Tra le famiglie importanti, quella dei Vescio, i cui palazzi costituirono il vero nucleo urbano del paese, era l’unica ad avere sul portale lo stemma del casato e i loro possedimenti terrieri oltre che a Conflenti, si trovavano a Decollatura, Platania e perfino a Sambiase.
I Vescio contrassero alleanze con le famiglie più potenti della Calabria, e altre legarono ai loro destini con matrimoni mirati, si pensi ai Maione di Grimaldi, ai De Medici e ai De Maio, che addirittura si spostarono a Conflenti.
La potenza dei Vescio del resto si manifestava anche nei confronti dell’autorità baronale ed ecclesiastica ed emerse già nel ‘500 in due occasioni storiche per Conflenti: la prima, l’ospitalità negata per loro volere alla Contessa Cornelia Spinelli, moglie del barone D’Aquino, in occasione della peste del 1579, consci del pericolo di contagio che in effetti poi fece strage a Conflenti Soprani che la ospito’; la seconda, la celebrazione della prima messa nel nuovo Santuario officiata non dal Vescovo, come era logico aspettarsi, ma dal vicario foraneo dei Vescio, Giampiero, e del resto nel nuovo tempio, la potente famiglia erano titolare di ben tre cappelle di jus patronato.
Il loro potere continuò per molto ancora, prova ne è un altro episodio legato a Carlo Vescio, che nel 1724, riuscì a rinchiudere nel suo palazzo un manipolo di gendarmi venuti ad arrestarlo e che liberò solo alcuni giorni dopo averli sbeffeggiati, senza che succedesse nulla.
Il tramonto del potere dei Vescio era però vicino e, già tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’’800, a causa di molteplici matrimoni con il conseguente frazionamento della proprietà, il casato iniziava a perdere la sua forza degli anni passati.

Nei primi decenni dell’800 i Vescio cominciarono a vendere le proprie terre e a trasferirsi o addirittura emigrare in America.
Quelli rimasti, rimanevano sempre una famiglia importante e ricevevano ancora il titolo di Don, ma dovevano vivere del loro lavoro. Uno di loro trasformò in negozio di pellami la loro vecchia cappella patronale di San Giovanni ormai in disuso, e altri, è il caso dei Dduoghi, vivevano di agricoltura coltivando la vecchia proprietà del Fiego.
Un detto diventato proverbiale sintetizza la vecchia potenza esercitata in passato e la successiva perdita di forza del nobile casato: “tutto finisce……anche i carlini dei Vescio.

Liberamente tratto dal libro di Vincenzo Villella: Conflenti.

Conflenti vanta nelle sue antiche costruzioni, pubbliche e private, bellissimi portali in pietra tufacea intagliata. Questi portali sono stati costruiti utilizzando la caratteristica pietra di Altilia, che faceva parte come il nostro paese della contea di Martirano. Le opere sono frutto di maestranze locali, i maestri scalpellini di Altilia, che si sono quasi sempre ispirati a illustri prototipi di portali e decorazioni presenti nelle zone dell’alto Savuto e più precisamente a Rogliano, che venivano poi rielaborati con gusto e adattati alle esigenze dei committenti.
La feconda attività di questi scalpellini che hanno operato a Conflenti a partire dalla fine del ‘500 è facilmente riscontrabile osservando numerosi manufatti in pietra intagliata ubicati anche nei vicoli meno importanti e a decoro di case che di certo non possono essere definite nobiliari.

Nonostante le incurie del tempo e il gusto discutibile dell’uomo, che spesso per esigenze di confort o sicurezza ha optato per modifiche e portoni in metallo, questi portali mantengono ancora un ottimo stato di conservazione e possono essere ammirati lungo le strade più importanti del paese.
La serena bellezza di questi manufatti resta intatta e non soccombe né alle mode né al progresso tecnologico.
I portali di Conflenti così come le mensole di alcuni balconi o alcuni fregi ornamentali sono caratterizzati da un comune denominatore costituito dalla sobrietà.
Generalmente molti di essi sono simili nell’impostazione e nell’esecuzione tanto da poter essere sovrapponibili, altri presentano una maggiore articolazione a doppia fascia decorata, forse in considerazione di una migliore posizione economica e sociale dei proprietari. 

Altri ancora si discostano completamente dalla quasi serialità dei motivi ornamentali con impianti e intenti scenografici e monumentali direttamente rapportabili al peso e alla forza delle famiglie gentilizie committenti.
Basamento pronunciato con semplici motivi a riccioli, una fascia scanalata, motivi litoformi stilizzati sopra e sotto la mensola di imposta e chiave di volta più o meno pronunciata con tralci o almette o riccioli o volute affrontate, questi i motivi ricorrenti per i portali di casa Paola e Gentile in Via Vittorio Emanuele, di casa Politano e Mastroianni in via Garibaldi di casa Giudice e Stranges alla discesa del Piro.

Impostazione più elaborata, ma analoghi elementi decorativi con qualche piccola variante tra l’uno e l’altro, presentano i portali di casa Pontano, di casa Cicerone, di casa Isabella e casa Folino su via Garibaldi.
Diversi da questi i due eleganti portali di casa Calabria e casa Talarico sempre su via Garibaldi, che presentano una prima fascia bombata ed una seconda fascia coi motivi consueti, ma qui ridotti per non togliere importanza alla voluminosità dell’arco che è chiuso da una ghirlanda di fiori e foglie penduli poste ai lati della chiave di volta.
I portali più importanti ovviamente, così come si conviene all’importanza del casato, sono quelli di casa Vescio in zona Piazza S. Andrea.

Questi portali sono caratterizzati da un’impostazione monumentale e da un disegno inconsueto in cui si fondono due prototipi. In pietra calcarea presenta arco a tutto sesto e una doppia fascia. Nella prima fascia bugne rettangolari si alternano a bugne a punta di diamante affiancate, queste ultime, da rosette stilizzate. La seconda fascia è incorniciata da un arco cigliato, decorata in basso con un motivo a palmetta e volute fogliate sopra e sotto i capitelli.

In posizione fortemente aggettante si innesta sulla chiave di volta un elegante stemma a cartiglio, l’unico presente a Conflenti. Il portale è datato fine ‘500.
Il palazzo, il secondo in ordine di tempo, dei tre grandi palazzi appartenuti alla famiglia Vescio nel 1927, per volere testamentario di Raffaelino De Maio, fu lasciato alla chiesa.
Dal 1980 è tornato di nuovo di proprietà della famiglia Vescio, ma rappresenta un patrimonio della comunità di Conflenti e della Calabria intera.

 

               Liberamente tratto dal libro di Giuliana Carnovale