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Sabato 25 marzo 2017, nel giorno della solennità dell’Annunciazione del Signore, alla presenza di centinaia di fedeli, del Sindaco, di autorità civili e religiose, del Vescovo Cantafora, del Rettore della Basilica della Madonna di Visora insieme a tanti sacerdoti della diocesi di Lamezia, è stato finalmente inaugurato il Monastero “Santa Maria delle Grazie e della Misericordia di Conflenti.
Una struttura imponente, maestosa, bellissima, che regna sulla collinetta della “Querciola”, luogo già scelto dalla Vergine nel 1578, quando apparve ad un pastorello per indicare il luogo di Visora dove voleva sorgesse un Tempio a lei dedicato.

Dopo oltre dieci anni di lavoro e preghiera è stato dunque portato a termine il progetto fortemente voluto dal Vescovo Cantafora, che nel segno della continuità della sua vocazione, realizza il grande desiderio di Conflenti: essere un luogo di preghiera, la cittadella di Maria.
Nelle intenzioni del Vescovo, che ha dimostrato ancora una volta il suo grande attaccamento a Conflenti, questo luogo dovrà diventare “il grande polmone spirituale della Calabria, un luogo di riferimento a livello regionale: un luogo di bellezza, silenzio, preghiera”.
Il lungo iter progettuale aveva avuto inizio nel 2004, quando il Vescovo, aveva dato incarico a tre architetti di progettare la ristrutturazione della foresteria e poi del Monastero.
Alla fine di quell’anno erano iniziati i sopralluoghi sul posto ed erano stati avviati i contatti con le suore per trovare le soluzioni adeguate alla loro vita religiosa, indirizzate alla spiritualità francescana fatta di forme semplici e materiali naturali come legno e pietra; il tutto per far emergere la bellezza come segno di armonia con il creato.

A distanza di un anno i lavori della Foresteria, completi di rifiniture interne ed esterne erano già conclusi, grazie alla generosità dei fedeli e soprattutto al lavoro portato avanti e seguito in prima persona da Don Adamo.
Da lì a breve, dopo aver ottenuto tutte le concessioni necessarie e fatte tutte le indagini dovute, erano iniziati i lavori di costruzione del Monastero. Seguendo le indicazioni delle monache, incontrate di nuovo ad Assisi, erano state definite le linee progettuali, fondate su tre punti:
1 il luogo delle apparizioni, infatti l’abside della Chiesa guarderà verso la croce;
2 la conseguente ubicazione del Monastero adiacente e comunicante con la Chiesa;
3 il Chiostro, quadrato molto ampio.

Il monastero oggi si presenta con una struttura su quattro livelli pensata e costruita in grande, attorniata dalla bella foresteria.
Sebbene sia di clausura, ecclesiasticamente riconosciuto, vi figura anche una cappella interna aperta al pubblico, in quanto le suore restano dall’altra parte della grata.
L’interno ha tutte le comodità per garantire una vivibilità di qualità, tra cui un imponente chiostro quadrato e oltre 25 celle singole.

 

La bellissima e imponente croce che sovrasta “la Querciola” e segnala ai fedeli di un comprensorio vastissimo i luoghi sacri di Serra Campanara è stata costruita negli anni ’90, a seguito dell’acquisizione di quei terreni da parte della Chiesa locale, per volontà del Rettore della Basilica.

In questo modo si è inteso dare seguito alla originaria idea di Donna Peppina, che in tutta la sua esistenza aveva manifestato amorevole cura ed interesse verso la chiesetta ed espresso il desiderio di realizzare una piccola croce per segnalare e caratterizzare quel luogo sacro. 

Il rettore della Basilica ha rielaborato il “sogno” di Donna Peppina, individuando una posizione ancora più strategica e soprattutto non si è accontentato di fare una piccola croce, ma ha avuto l’intuizione di dotare l’area di una opera visibile da molto lontano per sottolineare l’importanza del sito. 

Dal punto di vista tecnico il progetto è stato messo a punto dal noto architetto catanzarese Alcaro, mentre le analisi geologiche sono state compiute dal compianto Marcello Marotta e va sottolineato che la loro opera è stata prestata a titolo completamente gratuito.

L’opera, che è stata eseguita dalla ditta Lo Faro di Decollatura, ha una base a tronco di piramide ampia ben 120 metri quadrati ed è alta ben 28 metri, stagliandosi nell’azzurro del cielo quasi volesse congiungere la terra al cielo, indicare la retta via e con le sue braccia, aperte ben 12 metri, stringere a sé tutta l’umanità.

Per quel che concerne l’aspetto, invece, prettamente economico, la grande opera è stata portata a termine attingendo a dei risparmi lasciati al rettore dal vecchio comitato pro-Querciola promosso da Donna Peppina, Peppe Calabria e Alessandro Paola, ma soprattutto utilizzando il lascito di un fedele e il ricavato ottenuto dalla vendita di un bosco di Marignano.

La grande Croce si lascia ammirare soprattutto di sera, quando grazie ad un bellissimo impianto di illuminazione, regala ai tanti fortunati che possono osservarla da tutta la vallata del Savuto, insieme alla chiesetta, un fantastico e suggestivo colpo d’occhio.

Rifugio di Santa Maria della Bellezza

Questa bella struttura della Chiesa, nei primi anni duemila, nell’ambito della vasta opera di valorizzazione dei luoghi sacri di Serra Campanara, è stata restaurata con molto gusto dall’artista maltese Nathanael Theuma, che ne ha fatto per alcuni anni la sua dimora. 

 

In seguito alla sua partenza e fino a poco tempo fa, è stata messa a disposizione dalla Diocesi per una comunità religiosa “Fazenda de Esperanca” che si occupava del recupero di ragazze con problemi. 

 La pandemia, purtroppo, ha bloccato questo progetto e oggi questo bellissimo “Rifugio”, con una decina di posti letto disponibili, ha funzione di ritiro spirituale e viene messo a disposizione di chiunque desidera immergersi nella spiritualità di questi luoghi sacri.