La costruzione
Il 9 marzo, in mezzo ad una moltitudine furono delineati i confini del Tempio…
A seguito del permesso finalmente accordato dal Vescovo il 9 marzo 1580 a Visora, in mezzo a una moltitudine di fedeli giunti da ogni parte, furono delineati i confini del Tempio, proprio nel luogo in cui la Madonna si era ripetutamente “mostrata” e poco prima era stato approntato un baraccone per pregare.
Le fondamenta furono scavate in soli quattro giorni dai cittadini di Conflenti, animati da un grande entusiasmo e gioiosi perché finalmente venivano esauditi i desideri della Vergine Maria.
E così, il 12 marzo, il Vescovo ritornò a Visora e, compiuto il cerimoniale prescritto, pose la prima pietra del Santuario. I lavori procedettero con incredibile celerità. Si racconta che una lunghissima fila di conflentesi, scaglionatasi da Visora fino al letto del fiume Salso, si passasse di mano in mano le pietre e la sabbia occorrente. Dopo appena sette mesi, agli inizi del mese di ottobre, le strutture della chiesa, nella sua forma originaria, furono terminate. Si provvide, quindi, all’ornamento interno e sotto l’altare maggiore della novella chiesa fu inserito il tronco della quercia su cui era apparsa la Vergine Maria.
La prima messa in forma solenne fu celebrata il 6 ottobre 1580 dal Vicario foraneo don Gianpietro Vescio e subito dopo, il 13 ottobre 1580 venne emanata dal Vescovo Mons. Pierbenedetti la Bolla di fondazione del Santuario con l’istituzione di quattro cappellanie.
Si stabilì che la festa della Madonna di Visora fosse celebrata il 24 giugno, giorno dell’apparizione a Giovanni Calabria, e così fu per altri 27 anni.
Un grande evento per il santuario avvenne poi il 9 luglio 1581, e di questo abbiamo già dettagliato in precedenza, giorno in cui all’interno del Santuario venne trovato realizzato prodigiosamente il Quadro Divino.
L’immagine della Madonna, su tela, dipinta da “mano angelica” divenne per lungo tempo l’icona della Madonna di Visora e quindi il richiamo di tutti i pellegrini.
Il 26 agosto 1607 fu promulgata dal Vescovo Francesco Monaco la Bolla di Consacrazione del Santuario. Il vescovo benedisse l’altare maggiore, riponendo, racchiusi in un’urna, le reliquie di San Giovanni Battista, di San Bernardo, di Sant’Agnello, di Sant’Anna, di San Sabino e di Santa Giustina.
Mons. Monaco stabilì che la festa fosse trasferita all’ultima domenica di agosto, perché così potesse goderne la popolazione della Diocesi di Martirano che nel mese giugno era impegnata nella raccolta delle messi.
La devozione della Madonna della Quercia di Visora, su cui Maria apparve, si diffuse in tutto il Regno di Napoli e il numero dei pellegrini che accorrevano a Visora crebbe sempre di più tanto che si ritenne necessaria la costruzione di una casa di accoglienza dei pellegrini, in prossimità della chiesa.
Con Regio Diploma del 23 aprile 1695, il Re di Napoli Carlo II, in via esclusiva ed eccezionale, concesse che si potesse tenere mercato per tre giorni a Visora nei giorni della festa con esenzione di pubbliche imposte, questo privilegio fu poi esteso da Carlo III ad altri sei giorni.
Per diversi anni si discusse sul progetto di ampliamento della Chiesa, ma il continuo afflusso dei pellegrini non consentiva la sospensione delle funzioni religiose nel Santuario.
Poi finalmente, in occasione del secondo centenario delle apparizioni, si pensò di ampliare il Santuario e il 2 agosto 1759 iniziarono i lavori.
Il cappellano don Francesco Paladini pose la prima pietra del nuovo corpo di fabbrica, senza abbattere il primo Tempio, per consentire il prosieguo delle attività religiose e conservando l’altare maggiore, sotto il quale vi era il tronco dell’antica quercia di Visora.
Le cappelle da quattro passarono a otto e furono probabilmente eretti anche la sacrestia e il campanile.
Nel 1778, a Santuario ultimato, il cappellano don Francesco Stranges fece scolpire a sue spese una statua lignea raffigurante la Vergine, che si ispirava ad una statuetta in marmo carrara del Seicento che si trovava nella Chiesa.
Nei primi anni del Novecento vennero eseguiti altri lavori di ampliamento a cura dell’amministrazione comunale che modificarono sostanzialmente lo spazio presbiteriale e il retro della chiesa, che fu completamente riconfigurato valorizzando in questo modo anche lo spazio urbano. Elaborò il progetto l’ingegnere G. Rispoli di Napoli con l’ausilio dell’ingegnere Taverna di Catanzaro.
Successivamente nel 1907, iniziarono i lavori di decorazione degli interni, affidati ai fratelli Franchini di Milano mentre il pittore Giuseppe Cassioli di Firenze curò i bozzetti degli stucchi con le due pale dell’altare maggiore. Sul soffitto furono collocati tre grandi quadri, opera del pittore calabrese Carmelo Zimatore e del nipote Diego Grillo.
Con la fine della qualità laicale del Santuario e il ritorno sotto l’amministrazione della Diocesi, a seguito della firma del Concordato tra Stato e Santa Sede, si avvera finalmente un altro desiderio dei conflentesi, quello di affidare la cura della Chiesa ad una comunità monacale.
Grazie all’opera del Vescovo, Mons. Eugenio Giambro, arrivarono direttamente dalla casa madre di Torino le suore del Cottolengo, col compito non facile di curare il decoro del Tempio e organizzare un asilo per l’infanzia.
A partire dal 1970 sono stati eseguiti altri lavori di restauro e ristrutturazione che hanno riguardato gli esterni e il campanile.
Nel presbiterio sono stati realizzati per come si vedono attualmente l’altare rivolto al popolo, l’ambone e il pavimento e collocate altre quattro importanti tele, mentre sui finestroni furono applicate le vetrate istoriate, cinque sul presbiterio e otto sulla navata centrale.
L’ultimo intervento di restyling, nei primi anni di questo secolo, ha invece riguardato il rifacimento della pavimentazione, del soffitto e di tutti gli interni, stucchi e pittura comprese, mentre l’esterno è stato completamente ripreso e dotato di una bellissima illuminazione. Sono stati inoltre ristrutturati gli ambienti destinati all’accoglienza dei pellegrini e quelli del fabbricato adiacente alla Chiesa, che ospita le suore del Cottolengo.
Nel 2017, Il campanile è stato rimesso a nuovo e abbellito con stupende maioliche.