LA NATURA
A caratterizzare il paesaggio conflentese è soprattutto il rilievo del Monte Reventino, con tutto il suo versante nord occidentale, che ricade nel territorio comunale e sovrasta dall’alto l’antico borgo.
Tutto il comprensorio, sotto il profilo geologico, fa parte del massiccio della Sila e, più in generale del cosiddetto blocco granitico-cristallino del centro-sud della Calabria.
Del gruppo montuoso del Reventino si è occupato molto, negli anni ‘70, Walter Alvarez uno studioso statunitense dell’università di Berkeley in California, che ha osservato che per caratteristiche geomorfologiche le rocce che affiorano da questo monte sono del tutto simili a quelle rinvenute in Sardegna, Corsica e sulla catena alpina.
Da qui la suggestiva tesi che la Calabria rappresenti un frammento della catena alpina successivamente incorporatosi nell’edificio appenninico.
Per lo studioso americano e una serie di suoi seguaci italiani, tutta la chiave della storia geologica della Calabria e dei suoi movimenti tellurici è racchiusa proprio nelle rocce del Reventino e nei suoi “scisti verdi” che rappresenterebbero i relitti dell’antico oceano di Tetide dalla cui chiusura si sono originate le Alpi e l’Appennino. E in effetti la magnifica montagna conflentese, a osservarla bene, lascia ancora intravedere le sue antiche origini.
Sui suoi versanti si possono ancora individuare dei grandi terrazzamenti, in origine marini, prodottisi allorché buona parte del territorio era sommerso dal mare grazie all’azione del moto ondoso che spianava le asperità delle rocce e, colmando le asperità, livellava il terreno. Da questi meravigliosi pianali è possibile godere di incantevoli visuali verso il mare.
E si può osservare la meravigliosa conca di San Mazzeo, depressione vagamente circolare, circondata da rilievi, che pare richiamare antichi bacini lacustri del Quaternario, poi svuotatisi.
Altri fenomeni geomorfologici molto tipici e caratteristici della grande montagna sono quelli delle grandi rupi che d’improvviso si innalzano sui suoi costoni e delle fenditure sottostanti, spesso sommerse dalla forza dei boschi. È il caso della Pietra del Corvo dalla cui sommità si gode di una veduta assolutamente incomparabile e della “grotta delle fate”, di cui la memoria collettiva serba un grande ricordo e tramanda fatti leggendari.
La particolare conformazione orografica del territorio comunale, con le sue differenze altimetriche e di conseguenza di clima, permette di avere una grande ricchezza dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.
Liberamente tratto da “ Naturalmente bello” di Francesco Bevilacqua
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