NOTIZIE SULLA VITA E SULL’OPERA
Vittorio Maria Butera (Conflenti 23 dicembre 1877 \ Catanzaro 25 marzo 1955), rimasto orfano della madre fin dalla nascita, è stato allevato dalla nonna alla quale ha dedicato versi di tenero affetto. Della casa natale restano poche tracce nei pressi della fontana detta l’Acqua ‘a Ficu. A Conflenti, dove è rimasto i primi tredici anni, ha frequentato la scuola Elementare con l’indimenticabile maestro Emanuele Caruso, e un successivo corso di studi privati finalizzati a una formazione culturale di classe. Sono stati anni determinanti per conoscere il territorio, il carattere della popolazione e le usanze, per apprendere il dialetto nelle sue potenzialità espressive, per radicarsi nelle identità locali.
Trasferitosi a La Spezia dallo zio paterno Giovanni Butera, tenente medico della Regia Marina e direttore dell’ospedale militare di Portovenere, ha seguito un regolare corso di studi, che si sarebbe concluso con la laurea in ingegneria nell’università di Napoli. Dopo alcuni incarichi lavorativi a Roma, Palermo e Crotone, si è stabilito a Catanzaro con il ruolo di ingegnere del genio civile, e intanto produceva poesia, sosteneva le riviste letterarie dove pubblicava liriche e favole esopiche, si esibiva in recital di beneficenza, praticava amicizie eminenti (tra cui Trilussa e Rohlfs). Nel 1949 ha dato alle stampe la prima silloge Prima cantu e ddoppu cuntu (Bonacci ed., Roma); la seconda, Tuornu e ccantu, tuornu e ccuntu, è uscita postuma, sponsorizzata dalla provincia di Catanzaro (Bonacci 1960). Si nota dai titoli scelti la tendenza del poeta a connotare le sue liriche e le favole in versi come canti e racconti: il cantare del vecchio calabrese impregnato di malinconia; il raccontare come narrazione e riferimento di fatti (i cunti).
La stima di cui godeva presso i contemporanei è attestata da due numeri unici, Calabria Letteraria e Scrittori Calabresi. Dedicatigli a un anno dalla scomparsa, con le firme più prestigiose dell’epoca, sono una miniera di notizie e di valutazioni.
Per decenni Butera è stato considerato poeta dialettale, lirico e favolista, finché gli inediti hanno rivelato una vasta produzione in lingua italiana e una ricca varietà di generi letterari. Il dialetto è stato per lui il canale immediato del legame identitario, la lingua degli affetti e dei cari ricordi, lo strumento efficace dello sdegno sociale, l’eloquio naturale del racconto. La sua opera dialettale salva dalla dimenticanza testimonianze lessicali del mondo agropastorale, della vita domestica, delle botteghe artigiane. Nella storia della Letteratura calabrese i meriti maggiori di Butera consistono nell’avere fatto del dialetto di un piccolo borgo una lingua capace di esprimere sentimenti universali, di documentare problematiche umane e sociali, di formulare tematiche basilari sino a sfiorare la metafisica, di avere elevato il calabrese a prototipo della società agropastorale di ogni tempo e regione.
Dotato di una straordinaria propensione ad esprimersi in versi, Butera ha lasciato un’opera vasta e differenziata che documenta tre fasi della storia italiana: la monarchia postunitaria, il ventennio fascista, il primo decennio della repubblica. Il suo ingegno gli ha consentito di creare, con elevatezza artistica, generi stilistici diversi: dalla letteratura pedagogica delle favole esopiche (i cunti che lui denomina spesso parabule) alla poesia politica e satirica, dalla lirica alla comunicazione epistolare in versi, dalla poesia conviviale alla cronologia storica, dai versi d’occasione all’enigmistica. Attualmente sono stati pubblicati i seguenti volumi, a cura del Centro Studi Vittorio Butera:
Canti e Cunti, silloge delle liriche e delle favole esopiche (1a ediz. Centro Studi V.B. 2007; 2a ediz. Città del Sole 2014; 3a ediz. aggiornata Rubbettino 2022).
Lettere in prosa e in versi, antologia di lettere e messaggi; presenta inoltre una ricostruzione della personalità umana e artistica del poeta e testimonianze di chi lo ha conosciuto (Centro Studi Vittorio Butera, 2008).
Conflenti e Conflentesi, estratto di liriche e favole riferite al paese e ai compaesani (Città del Sole 2013). Storia dei papi, storia cronologica dei pontefici ritratti ognuno in strofe di sei versi (ed. Parole di Vita. CS 2016).
Convivio, selezione di versi simposiaco-conviviali (Città del Sole 2018). La satira politica, anni in-versi del fascismo, opera di satira relativa al ventennio fascista, con squarci sul primo dopoguerra e sul primo decennio della Repubblica (Titani ed., Roma 2021).
Giochi Enigmistici, raccolta degli enigmi già pubblicati dal poeta nelle riviste specifiche della sua epoca (a cura di Giuseppe Musolino, Grafiché ed., Lamezia 2022).
POESIE
La poesia di Butera, attingendo al ricchissimo patrimonio demo-antropologico della nostra terra, in particolare a storie e memorie conflentesi, è diventata parte integrante della nostra tradizione culturale, custode di un passato che diventa contemporaneo ad ogni lettura. (Serafino Paola)
Per questo motivo abbiamo inteso dedicare una sezione della nostra area alle sue bellissime poesie con l’obbiettivo di perpetuare il radicamento nelle nuove generazioni di questa enorme ricchezza culturale.
Al poeta abbiamo dedicato dei tabelloni sparsi per il paese con la speranza che la sua opera resti per sempre patrimonio della comunità e dei visitatori.
Abbiamo immaginato e proposto un bellissimo percorso che tocca tutte le “rughe” del nostro paese in cui le poesie possono essere lette in dialetto, ma poi grazie alla tecnologia qr code, tradotte e commentate in italiano , ma anche ascoltate in vernacolo grazie ad alcuni bravissimi interpreti che le hanno declamate per noi.
Via Butera, 9
88040 Conflenti CZ
+39 0968 64 054
info@storiedipaese.it
www.storiedipaese.it
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