Il dialetto di Conflenti: ‘u cujjintaru o cujjentaru

A Conflenti si parla il dialetto cujjintaru o cujjentaru. Un dialetto molto antico e di uso comune nell’interno del paese.

Non difficile da capire, ha tuttavia espressioni e parole collegate all’ambiente sociale locale e comprensibili solo ai nativi. La sua vicinanza al latino volgare è rilevante e ancora oggi.

Le sue particolarità sono essenzialmente due ed entrambe rimandano alla storia del paese, alla sua origine e alla sua posizione.

1 Il dialetto conflentese ha subito scarse trasformazioni nel corso del tempo e ancora oggi costituisce una sorta di isola linguistica

Conflenti, posto ai piedi del Reventino in mezzo ai boschi, lontano dai grandi centri e pressoché privo di vie di comunicazione è rimasto per lungo tempo isolato.

Questo fatto ha contribuito a conservare il nostro dialetto per lungo tempo nella sua versione più pura e originaria; da qui il grande interesse suscitato in molti studiosi, tra cui il glottologo tedesco Gerard Rolfhs.

la sua lingua, almeno fino al XX secolo non ha avuto grandi mutamenti e non ha subìto influenze significative.

2   All’interno dello stesso paese si parlano due dialetti abbastanza diversi tra di loro

L’origine del nostro paese è avvolta nel mistero. Quello ch’è certo è che l’attuale Comune

risulta dall’unione di due paesi che sino all’Ottocento avevano usi, costumi, tradizioni e amministrazioni diverse. Anche nei due dialetti c’erano delle differenze, forse dovute a una provenienza da luoghi diverse e anche agli scarsi contatti tra le due popolazioni. Ancora oggi tra le due comunità esistono parole, espressioni, suoni differenti anche se, soprattutto a causa dello spopolamento, la lingua tende a uniformarsi.

Quando si parla di dialetto conflentese ovviamente il caposaldo irrinunciabile da cui bisogna partire è la poesia di Butera, che dopo i primi timidi tentativi letterari in lingua italiana, trovò naturale manifestare i suoi sentimenti utilizzando il dialetto conflentese.

Butera è affascinato dal fatto che in dialetto il suo pensiero e i suoi sentimenti trovano l’alveo naturale in cui scorrere, i termini e le espressioni sgorgano più liberamente dal suo cuore e dalla sua mente, si rivelano più pregnanti, hanno maggiore forza espressiva e trovano presa immediata nella gente a cui si rivolge.

Il linguaggio dialettale è più discorsivo, aderente al reale, più facilmente comprensibile e permette di trasmettere con più forza i suoi stati d’animo.

Butera in realtà trasforma un poco il dialetto conflentese forse per uniformarsi agli altri poeti dialettali ed avere una platea potenziale di lettori più ampia. Questa pare la ragione più plausibile della trasformazione più evidente del nostro caratteristico ddra in lla (chiddra in chilla per esempio) nelle sue poesie.

Malgrado queste “piccole licenze” la poesia di Butera rimane il punto di partenza irrinunciabile per chiunque tenta di avvicinarsi allo studio del nostro dialetto.