Il patrimonio artistico

Maestosa ed elegante la Basilica della Madonna della Quercia di Visora è indubbiamente il simbolo e l’orgoglio di Conflenti.

L’imponente costruzione, edificata nella parte alta dell’abitato, sulla via principale, nel corso dei secoli ha cambiato notevolmente il suo aspetto, e oggi presenta una pianta a tre navate con un prospetto tardo-ottocentesco. Sulla facciata principale, decorata co alte lesene scanalate, sono presenti tre portali rettangolari in pietra. 

I due laterali sono sovrastati da nicchie vuote, quello centrale da una monofora rettangolare. In alto corre una cornice aggettante dentellata. 

Molto bello e interessante il porticato della parte posteriore, che retto da colonne ioniche con una balconata soprastante, valorizza tutta la piazza e lega il tempio al centro abitato. 

Sul lato sud c’è anche la torre campanaria che si eleva su quattro livelli, sull’ultimo dei quali, coperto da una cupola abbellita da stupende maioliche, c’è un orologio.

 

L’interno, ampio e luminoso, a cui si accede attraverso un’antiporta in legno e vetro decorato, si compone, come abbiamo detto, di tre navate, ripartite da pilastri a base rettangolare che sostengono archi a tutto sesto, con transetto e terminali absidati. Le navate laterali presentano ad ogni campata, una cupola ribassata decorata a stucchi e concludono con una cappella finale. 

Particolare è la parte del presbiterio costituito da volta a botte decorata a finti lacunari che poggia su colonnati laterali che si aprono nel transetto. Nel presbiterio sopra il monumentale altare maggiore in marmi policromi, opera del valente marmista Cav. E. Tomagnini da Carrara, è custodita in una grande nicchia la statua della Madonna della Quercia con Bambino. Questa è sormontata dal “Quadro Divino” che è incastonato in una cornice marmorea piuttosto lavorata. Ai lati dell’altare ci sono due angeli affrescati, opera del pittore Grillo. 

La resa plastica degli elementi architettonici e la presenza della statua della Madonna e del Quadro Divino qualificano questo apparato scenico, completato e arricchito dai dipinti del primo novecento, sulla parete di fondo, raffiguranti l’Annunciazione e I Due Angeli in Volo.

La statua lignea in legno policromo della Vergine Maria, regalata dal cappellano Don Francesco Stranges in occasione del bicentenario della fondazione, che si ispira alla statuetta in marmo di carrara risalente al secolo XVII e conservata in sagrestia è diventata col tempo l’icona ufficiale della Vergine di Visora. 

Secondo il prof. Villella, dovrebbe essere opera di un artista anonimo appartenente alla scuola napoletana dello scultore Giacomo Colombo, e anche se lo studioso esclude che sia opera dello stesso scultore, essa è sicuramente una delle sculture più belle prodotte da quella celebre scuola. 

La navata centrale è scandita da lesene con capitello corinzio che sostengono una trabeazione aggettante riccamente decorata che ripercorre tutto il perimetro.
La decorazione degli interni è opera dei fratelli Franchini di Milano, e i bozzetti degli stucchi con le due pale dell’Altare Maggiore del pittore Cassioli di Firenze.

Al di sopra di essa decorazioni a stucco e dipinti di angeli preparano alla vista, il bellissimo soffitto piano arricchito da tre grandi quadri del pittore Carmelo Zimatore e di suo nipote Diego Grillo da Pizzo Calabro: l’Apparizione della Madonna, il Martirio di Sant’Andrea e la Predicazione di San Giovarmi Battista.

L’occhio va subito all’Apparizione della Madonna della Quercia di Visora, di dimensioni molto più grandi rispetto agli altri due, si colloca centralmente e si sviluppa in tre registri. In basso le anime dei dannati in un groviglio di compiere figure alate, ammassati nel fuoco, verso le quali si sviluppa un angelo nell’atto di suonare un corno. 

Questa figura funge quasi da raccordo tra i due registri, creando una sorta di movimento circolare dell’immagine della regina verso le creature infernali. 

A sinistra, invece, in posizione simmetrica rispetto all’angelo, troviamo Sant’Andrea, raffigurato nel momento della crocefissione, e San Nicola di Bari. E due sono i Santi Protettori, rispettivamente, di Conflenti Inferiore e Conflenti Superiore. 

Al centro dell’affresco, campeggia l’immagine della Vergine che sorregge il Bambino con in mano un ramoscello di Quercia. Nel registro superiore, tra le nubi angeli giubilari, suonano. 

Ne “il Martirio di Sant’Andrea”, presente sempre sul soffitto, l’apostolo, avvolto ini panno rosso, con la “sua” croce caratteristica, è pronto per il martirio. Un angelo possiede la corona di gloria che verrà messo sul suo capo, simbolo della testimonianza della fede di Cristo. Sul lato sinistro, poi, coloro che hanno decretato la sua crocifissione, indifferenti ed elegantemente vestiti, assistono alla sua morte. La presenza dell’affresco dedicato all’apostolo fratello di Pietro, deriva dal fatto che la Basilica ricadeva e ricade tuttora, nella parrocchia di Sant’Andrea

Anche “La predicazione del Battista” sul lato opposto risulta essere legata alla storia della nostra basilica. La terza apparizione della Madonna, infatti, la prima nel luogo di Visora, avvenne la sera del 24 giugno 1578. In quella data la Vergine apparve a un uomo storpio di un piede e cieco di un occhio. 

Nel giorno in cui la Chiesa celebra S. Giovanni Battista, l’uomo, tra l’altro di nome Giovanni, fu miracolato. 

Sulla cantoria i dipinti di Santa Cecilia e del Profeta David sono lavori di Diego Grillo. Nella navata destra sono conservate le tele di S.Tommaso d’Aquino e di S.Gregorio Magno. L’altare di fondo è decorato con la Crocifissione, attribuibile al Cassioli di Firenze.

Nella navata sinistra solo le tele di S.Marco e di S.Giovanni Battista, (datata 1817), maldestramente restaurate e un San Ferdinando ,opera di recente fattura che ricalca antichi stilemi.. Nelle esedre del presbiterio sono presenti i dipinti della “Fuga in Egitto”, “Sacra Famiglia”, “il lavoro nei campi” e “gli emigranti”, opere degli anni ’70 di Padre Stefano Macario di Napoli.

Su tutti i grandi finestroni per espressa volontà del compianto vescovo Mons. Palatucci sono stati applicate vetrate istoriate della famosa ditta “La Diana” di Siena. Cinque sono sul presbiterio: quattro con simboli eucaristici e uno col monogramma del nome della Madonna. Le otto vetrate della navata centrale hanno per soggetto gli episodi più importanti della vita della Madonna: Annunciazione, visita a S. Elisabetta, nascita di Gesù, presentazione di Gesù al Tempio, nozze di Cana, la Madonna del Calvario, Discesa dello Spirito Santo su Maria, Assunzione.