Cestai e barilai, dalla cooperativa al Centro Artigianale: un sogno svanito
A seguito dell’enorme successo ottenuto dagli artigiani conflentesi alla Mostra Internazionale dell’artigianato artistico di Firenze del 1973, con il conseguimento della medaglia d’oro e della quasi concomitante nuova istituzione della Regione, si aprì un importante spiraglio di luce per gli artigiani casalini.
Infatti, alla tipica produzione di manufatti in legno dei nostri artigiani, anche in considerazione delle enormi richieste che arrivavano dai mercati nazionali ed esteri, si era interessato l’Assessorato all’Industria, Commercio e Artigianato.
Addirittura era stato predisposto un piano di intervento regionale per l’artigianato del legno conflentese, ed era stato incaricato un esperto del settore venuto dalle Marche per determinare le innovazioni tecnologiche e le attrezzature necessarie per l’ammodernamento del processo produttivo e quindi per l’incremento della produttività, vero tallone d’Achille del comparto.
Il piano era quasi giunto alla fase operativa, erano persino stati individuati i fondi nel cap. 3809 del Bilancio Regionale, ma tutto misteriosamente si bloccò.
Solo dieci anni dopo e per la prima volta nella storia del nostro piccolo comune, grazie alla tenacia e all’impegno dell’allora Sindaco Vittorio Paola, l’artigianato tipico conflentese divenne centrale e strategico nelle scelte politiche.
Fu finalmente ideata e attuata una strategia complessiva di rilancio di un comparto che tanto aveva significato per molte famiglie conflentesi, che partì con la costituzione di una cooperativa di cestai, guidata dai mastri cestai ancora in attività e fu avviato un corso di apprendistato per giovani da avviare a questa professione.
Il progetto doveva poi concludersi-completarsi con la costruzione di un Centro artigianale e museale da dare in gestione agli artigiani, con annessi laboratori e sala mostra.
Sembrava un sogno irrealizzabile, eppure inaspettatamente la perseveranza del Sindaco venne premiata e il centro artigianale si realizzò.
Per una volta la politica, seppure in ritardo, forse, aveva fatto il suo lavoro.
Purtroppo, se dieci anni prima, essa non aveva supportato adeguatamente gli artigiani e per questo l’opportunità era svanita, questa volta furono i giovani conflentesi a non credere convintamente in sé stessi e a questa possibilità.
La cooperativa per un breve periodo avviò la produzione, principalmente di cestini, ma poi per una serie di vicissitudini legata soprattutto alla mancanza di risorse da investire nell’acquisto di attrezzature, chiuse.
Unico aspetto positivo, che qualcuno imparò il mestiere e il mestiere in qualche modo si è mantenuto.
Oggi il Centro Artigianale, in parte utilizzato da altre attività artigianali, sovrasta dall’alto il piccolo e caratteristico borgo di Conflenti Superiore, testimone e guardiano di un sogno irrealizzato.
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