“A posta vecchia”

Avete riconosciuto il luogo della foto? Dove si accedeva da quelle porte e da quelle scale? Ma certo: alla vecchia posta. Il 23 era l’ingresso riservato agli addetti ai lavori, mentre il 25 era l’accesso dei clienti. Tutt’oggi il muraglione sottostante è chiamato dagli adulti: u muru da posta. Molti ragazzi continuano a chiedersi perché, dato che l’ufficio postale attualmente si trova vicino pometta e di fronte al Municipio, abbia questa denominazione, ignari del fatto che un tempo la posta era proprio sopra quel muro. Vi si accedeva dalla scala laterale, come vediamo in foto, o dalla scalinata del lato opposto.

L’interno della posta vecchia

All’interno, il locale mantiene intatta la sua struttura di un tempo. Le pareti rosa e bianche. Le mura disegnate e utilizzate come carta per fare i conti. Lo sportello attraverso il quale l’impiegato comunicava con il cliente. 

L’ufficio postale venne istituito il 1885 a seguito di una richiesta che il Delegato Regio, inviato in qualità di commissario prefettizio a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale, fece al Prefetto della Provincia nel settembre del 1883.

 

 

 

 

 

 

 

Il Delegato ne aveva in precedenza già fatto richiesta al Direttore Provinciale delle poste, e per questo aveva deliberato e accantonato la somma di 210mila lire dal bilancio comunale. Questa la motivazione:” Conflenti fa molta esportazione di vini, cera lavorata, castagne e bozzolo. Non meno di 30 lettere al giorno arrivano e si riscontra un servizio di vaglia e raccomandate di circa 100mila lire all’anno e inoltre l’emigrazione è imponente, sono circa 500 e importano nel comune più di 100mila lire all’anno di denaro sonante. Un regolare Ufficio Postale dunque sarebbe indispensabile ad emancipare Conflenti dagli uffici di Soveria e Martirano.

Quando, subito dopo, l’Ufficio Postale venne istituito il primo direttore fu Don Gabriele Colosimo, che era un parroco, ma in quei tempi di sola fede non si viveva e tanti, forse troppi, erano i parroci che gravitavano intorno al Santuario.Don Gabriele Colosimo, adibì i locali sottostanti la sua abitazione a posta. Tra i suoi successori ricordiamo Don Mico Cimino, che collaborava con il fratello Don Ciccio, mentre il postino era il casalino Carlo Villella (Carru u postieri). Raggiunta la maturità, cominciò a lavorarvi come sportellista anche Michele, figlio di Mico. All’inizio la posta veniva distribuita due volte al giorno e, alla sera, veniva data direttamente all’ufficio postale. Era molto frequente l’arrivo di pacchi con roba usata. La posta per le campagne  veniva a prenderla Santorelli che poi la distribuiva in loco oppure si lasciava alla putiga di Ntoni e Mariano da dove veniva poi ritirata.
Altra figura emblematica relazionata alle poste è Pasqualina Stranges. Era una delle poche conflentesi a saper leggere e scrivere e per questa ragione passava le sue giornate all’ufficio postale ad aiutare gli analfabeti a compilare documenti e ritirare la pensione. Quest’edificio fu sede dell’ufficio postale fino a metà degli anni ’50, periodo in cui venne trasferito in via Marconi, nel luogo in cui lo conosciamo oggi. E continuò a essere gestito da Mico, Ciccio e Michele Cimino. Quando il padre e lo zio andarono in pensione, Michele Cimino salì di grado e ne divenne direttore. Lavorava insieme a Enzo Maida e Luigi Bartolotta. E dopo che i primi due andarono via, Bartolotta divenne direttore. Dal 1982 a oggi il direttore è il conflentese Roberto Marotta.

 

 

 

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